venerdì 25 settembre 2009

"Costole" di Simonetta Sciandivasci

Oriana Fallaci in “Lettera a un bambino mai nato” affrontava in punta di penna il principio dell’inviolabilità e della sacralità della vita umana. Erano i primi anni settanta, il 1975.
Adesso nel 2009 il tema dell’aborto torna in maniera preponderante a riempire la pagine dei giornali, a infiammare il dibattito tra i cattolici intransigenti e la sponda laica e radicale della nazione non senza tuttavia portare i più giovani a prendere una posizione in materia. Ne è un esempio il racconto “Costole” scritto dalla materana Simonetta Sciandivasci vincitrice della XV edizione del Premio Letterario Energheia.“Un racconto- si legge nella motivazione- chekoviano dagli ottimi dialoghi. Vince per la capacità stilistica e la capacità di affrontare un tema difficile senza cadere nell’autocompiacimento e nella retorica”. Parliamo di un testo dai dialoghi serrati che punta sull’uso di un linguaggio “colloquiale” ma al tempo stesso ricercato che tenta attraverso le frasi brevi e concise di trasmettere al lettore il senso di frenesia e di irrequietezza esistenziale che dal nulla genera violenza in un crescendo di tensioni e di carica emotiva. La scrittrice affronta una questione attuale dunque, l’aborto anche se “la mia intenzione dice la giovane Simonetta Sciandivasci- era quella di parlare della maternità legata al tema dell’inviolabilità dell’individuo il cui spazio vitale una volta violato genera violenza. Il punto di partenza è la violenza morale che poi inevitabilmente sfocia in quella fisica ma per pura difesa”. E’ dunque, in sintesi, l’istinto primordiale alla sopravvivenza che nasce “perché ci si crede inviolabili e intoccabili”- conclude Simonetta.

I Miti esistenziali di Rea Zoe Stavropoulos

“Ci troviamo tra Terra e Cielo, tracciando forme e raccontando storie per riempire il vuoto e trovare noi stessi”. Parole che in qualche modo riescono a riassumere il pensiero e l’idea alla base dell’arte di Rea Zoe Stavropoulos, artista britannica, nata ad Atene e cresciuta a Londra e che attualmente ha il suo studio a Firenze. Un’artista complessa ed eclettica perché oltre ad essere una pittrice e ad aver studiato arte all’Ecole des Beaux Art di Parigi e al St. Martin’s School of Art a Londra, è anche scrittrice, poetessa e danzatrice oltre che lettrice appassionata. Un bagaglio notevole di esperienze e oggi racchiuso nella mostra “Mythologies 2009” esposta nella Galleria D’arte “Il Comignolo” nel Sasso Barisano e inserita nel programma del Women’s Fiction Festival. Il titolo non rimanda come si potrebbe erroneamente pensare alle figure mitologiche ma ai “miti esistenziali” vale a dire alla percezione che ciascun individuo ha di sé e nel caso specifico rimandano alla storia personale dell’artista. Tutta la mostra è difatti autobiografica e in essa confluisce tutto il vissuto della Stavropoulos, i suoi viaggi all’estero, il suo legame con la Grecia, le sue letture fino alla danza, ma in tutti i dipinti c’è un elemento comune, la Natura, una natura mai invasiva o invadente, che non funge da corredo o da cornice alle figure femminili che di volta in volta vengono impresse su tela. Ma la natura diventa un “paesaggio dell’anima” uno spazio indefinito in cui si consuma la più intima essenza dell’individuo. Si prenda da esempio il quadro “Ninfa” qui la natura si fonde con l’immagine, una figura di donna in meditazione alla ricerca di una propria identità proprio a voler sottolineare la complessità dell’animo umano e soprattutto la difficoltà dell’essere donna oggi. L’artista raffigura queste donne non con uno sguardo invadente e voyeristico, non si sofferma sui dettagli o sulle forme,ma cerca di cogliere la parte più intima, più nascosta in modo da far emergere emozioni , sensazioni, stati d’animo a volte contrastanti. Il secondo livello della mostra si compone di gradi pannelli che hanno come tema la donna e il suo rapporto con la natura e la terra. Pensiamo ai due dipinti dal titolo Madre -Terra, diametralmente opposti, in cui nel primo dai colori caldi e cupi traspare un forte senso di protezione mentre nella seconda, dai colori pastello, delicati, emerge il forte legame con la terra, ben sottolineato da una figura di donna in torsione le cui mani e braccia sembrano entrare nella terra quasi a voler simboleggiare il desiderio di riappropriarsi delle proprie radici. Impreziosiscono la mostra i quadretti ispirati alla Primavera di Botticelli e i pannelli della collezione “Secret gardens”.

Letteratura voce del mondo

Che sia romantica, fanciullesca e onirica, che sia intrepida, avventurosa o piena di sarcasmo, in qualunque veste si presenti, la parola scritta riesce a dar vita a emozioni forti, riuscendo talvolta a far materializzare sogni e a squarciare il velo dell’indifferenza quando senza falsi pudori affronta temi attuali e di denuncia sociale. La letteratura dunque come voce del mondo ed è proprio prendendo spunto da questo tema che scrittori, appassionati e letterati si confronteranno nel corso della sesta edizione del Women’s Fiction Festival che si terrà a Matera fino al 27 settembre.
Un festival che ogni anno riesce a muovere scrittori da ogni parte del mondo perché ciò che rende allettante la kermesse letteraria è la particolarità dell’offerta culturale. Si pensi al Congresso internazionale per scrittori che quest’anno conta la presenza di oltre 150 partecipanti provenienti non solo dall’estero ma soprattutto dall’Italia, e che dà la possibilità agli scrittori di scambiarsi idee e suggerimenti e soprattutto di proporre i propri elaborati agli agenti letterari di case editrici come Einaudi, Harlequin Mondadori o la Penguin Books. E qualche scrittrice ce l’ha fatta, come Giuseppina Torregrossa, scoperta al festival da Giulia Ichino, oggi il suo libro “Il conto delle Minne” edito da Mondadori è presente tra i primi 10 volumi più letti nelle classifiche italiane, al pari della Mazzantini e della Mayer.
E questo perché “gli editori sono alla ricerca di voci femminili- ha sottolineato Maria Paola Romeo nella conferenza stampa che si è tenuta ieri nella sala convegni di Palazzo Gattini – e poi la scrittura femminile nel mercato editoriale funziona. Quest’anno sono tantissime le autrici che parteciperanno al festival come Rachelle Chase, Annamaria Testa ed Elisabetta Bucciarelli”. Si darà spazio anche alla creatività con i laboratori di scrittura, non mancheranno i briefing rivolti ai “thriller writers” condotti da agenti dei Ncis, dai copri speciali di polizia nonché seminari sulla mafia cinese, sull’organizzazione delle gang di strada e incontri con agenti della Digos. Inoltre, in questa edizione gli organizzatori del festival hanno preparato un programma appositamente pensato per i ragazzi che nei prossimi giorni incontreranno Luigi Garlando autore della serie “Gol”, Cristina Sivieri Tagliabue autrice dell’inchiesta “Appena ho 18 anni mi rifaccio” e infine Carlotta Mismetti Capua ideatrice de “La città di Asterix” diario nato sul social network Facebook che affronta il tema dell’immigrazione e dell’integrazione.
Ospiti d’eccezione saranno Erica Jong scrittrice, saggista e poetessa, la giornalista Daria Bignardi che presenterà il suo libro “Non vi lascerò soli” e Brunonia Barry autrice de “La lettrice bugiarda” che sabato in una serata presentata da Alessandra Casella riceverà il Premio Baccante 2009.
Carmela Cosentino